Genitorialità

Storytelling educativo: cambiare la scuola con un nuovo immaginario – Vivi Consapevole Live 2

La scuole, gli insegnanti, le esperienze educative sono quasi sempre accompagnate da uno storytelling quasi assente, poco chiaro, manipolato dall’opinione pubblica, falsato dai ricordi di scuola dei genitori, qualitativamente e.
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Tema del webinar

La scuole, gli insegnanti, le esperienze educative sono quasi sempre accompagnate da uno storytelling quasi assente, poco chiaro, manipolato dall’opinione pubblica, falsato dai ricordi di scuola dei genitori, qualitativamente e quantitativamente scarso perché fatto da persone non formate e guidate nel percorso di produzione dei contenuti. Gli educatori sono persone concentrate sul fare, progettare e la fantasia che hanno la mettono al servizio degli studenti, raramente alla comunicazione con i colleghi, i genitori, la collettività. Il problema è che un fatto che non viene comunicato o peggio comunicato male, è destinato a una intrinseca fragilità.
Se Danilo Casertano è riuscito a dare un contributo per il cambio di paradigma con l’asilo nel bosco e del mare è perché è riuscito a narrare, a raccontare la sua storia, quella dei suoi compagni di viaggio e via via la storia di tutte quelle donne e uomini che trovando il coraggio della visione, hanno scoperto di avere già solide radici nel terreno fertile del cambiamento.
“Le persone vedono ciò che sono preparate a vedere” diceva Emerson e noi siamo d’accordo con lui che per cambiare paradigma educativo è importante, oltre che mettere in campo pratiche pedagogiche diverse, imparare a narrare, a preparare il terreno della mente per poter accogliere semi, idee diverse.

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I focus di questo webinar

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Danilo Casertano

Docente

Danilo Casertano

"Chi è Danilo Casertano? Me lo chiedo spesso pure io. Sono un maestro di strada perché viaggiare è la mia meta e so che cosa significa perdersi. Sto sviluppando la Pedagogia dei Talenti perché non mi sono mai rassegnato a non essere ben lateralizzato, ad avere una pessima grafia, a non saper disegnare, a fare errori di calcolo ed essere stonato; perché la bellezza è diversità e si manifesta in innumerevoli modi. Insieme ai miei compagni di viaggio mi sono impegnato a sviluppare in Italia L’Asilo nel Bosco perché da piccolo mio padre mi portava a funghi e fino a 20 anni credevo che esistesse l’albero delle olive bianche e l’albero delle olive nere. Ho avuto l’idea dell’Asilo del Mare perché sono nato ad Ostia e in barca a vela soffrivo sempre il mal di mare. Ho iniziato il percorso 'La Città è la Scuola' perché l’aula mi sta stretta e non solo perché mamma mi ha fatto grosso ma perché i ragazzi sono affamati di Vita e hanno il diritto di poterla andare a cercare dove pulsa. Mi sono laureato perché lo dovevo ai miei genitori e perché il mondo di Cesare va rispettato. Mio malgrado, ho affermato primo in Italia la necessità di una Sovranità Educativa perché credo fortemente nella scuola Pubblica e pur riconoscendo alla stato un ruolo centrale, sono convinto che siamo maturi per nuove forme che liberino la creatività e i talenti della società civile. Faccio consulenza pedagogica perché conosco le difficoltà dell’essere genitore. Sono un formatore perché dopo tutti i movimenti a cui ho partecipato e fondato ho la necessità di condividere le mappe tracciate. Da grande farò il cantastorie".

Docente

Danilo Casertano

"Chi è Danilo Casertano? Me lo chiedo spesso pure io. Sono un maestro di strada perché viaggiare è la mia meta e so che cosa significa perdersi. Sto sviluppando la Pedagogia dei Talenti perché non mi sono mai rassegnato a non essere ben lateralizzato, ad avere una pessima grafia, a non saper disegnare, a fare errori di calcolo ed essere stonato; perché la bellezza è diversità e si manifesta in innumerevoli modi. Insieme ai miei compagni di viaggio mi sono impegnato a sviluppare in Italia L’Asilo nel Bosco perché da piccolo mio padre mi portava a funghi e fino a 20 anni credevo che esistesse l’albero delle olive bianche e l’albero delle olive nere. Ho avuto l’idea dell’Asilo del Mare perché sono nato ad Ostia e in barca a vela soffrivo sempre il mal di mare. Ho iniziato il percorso 'La Città è la Scuola' perché l’aula mi sta stretta e non solo perché mamma mi ha fatto grosso ma perché i ragazzi sono affamati di Vita e hanno il diritto di poterla andare a cercare dove pulsa. Mi sono laureato perché lo dovevo ai miei genitori e perché il mondo di Cesare va rispettato. Mio malgrado, ho affermato primo in Italia la necessità di una Sovranità Educativa perché credo fortemente nella scuola Pubblica e pur riconoscendo alla stato un ruolo centrale, sono convinto che siamo maturi per nuove forme che liberino la creatività e i talenti della società civile. Faccio consulenza pedagogica perché conosco le difficoltà dell’essere genitore. Sono un formatore perché dopo tutti i movimenti a cui ho partecipato e fondato ho la necessità di condividere le mappe tracciate. Da grande farò il cantastorie".

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